Monumenti ai Caduti della Grande Guerra in Toscana: Prato e Provincia

Sia a Prato che in tutta la sua Provincia non furono realizzati molti monumenti scultorei per ricordare i caduti,  piuttosto opere pubbliche o edifici che potessero avere un’utilità.  Ad esempio il 4 Novembre 1923 venne inaugurato il campo sportivo di Prato e intitolato “Vittorio Veneto” per celebrare la vittoria italiana. Nello stesso periodo venne inaugurato anche un asilo infantile, intitolato anch’esso “Vittorio Veneto”, oggi non più esistente.
Anche per quanto riguarda i Parchi della Rimembranza non si trovano molti esempi. I più importanti erano quelli di Vernio, Montepiano, Poggio a Caiano. Interessante scoprire, attraverso l’indagine all’archivio comunale di Prato condotta dal dott. Roberto Baglioni, la travagliata storia del principale monumento ai caduti della città di Prato, in piazza Santa Maria delle Carceri (vedi foto e scheda n.40). Nel 1921 fu attivato un Comitato che si doveva preoccupare della realizzazione di un monumento ai caduti, ma l’adesione di altri comuni, frazioni, fece sì che i tempi si allungassero. Nel dicembre 1924 il Comitato formulò la bozza del concorso.  All’inizio del 1926 si hanno notizie riguardanti la collocazione : la piazza della Stazione ferroviaria e la cifra raccolta era di 300.000 lire; intanto montava di nuovo la polemica, iniziata nel ‘23 sull’opportunità del monumento,  ipotizzando la destinazione di quella somma per l’edificazione di un’opera di pubblica utilità: “non monumenti ma asili” dichiarava il Foglio d’ordine del Partito Fascista Nazionale.
Tra il 1929  e il 1930 divamparono polemiche sulla inadeguatezza del Comitato che, tuttavia, nella seduta del 1933 messa da parte  l’idea di un concorso nazionale,  commissionava all’artista Antonio Maraini, il bozzetto dell’ara votiva, optando per l’ubicazione della stessa, in piazza Santa Maria delle Carceri. Nel gennaio 1934 nuove polemiche a stampa imperversarono sulla collocazione decisa e sull’invasività dei lavori di fondazione: il Comune infatti dovette disporre un intervento per l’arretramento del muro tergale dell’ara. Finalmente il 15 Maggio 1934 fu ufficializzata la consegna  del monumento dal Comitato al Comune di Prato. Intanto la stampa, trovando un certo consenso nell’opinione pubblica, si opponeva a tale opera. Il Comitato impiegò i fondi rimasti a bilancio per il parziale finanziamento della ripulitura degli affreschi di Agnolo Gaddi nella Cappella del Sacro Cingolo del Duomo di Prato. Se con quel nobile gesto si cercò di mettere a tacere le polemiche sul monumento, la vicenda ha continuato ad alimentare dispute sino ai giorni nostri: è del 2010 infatti la proposta di traslare il complesso davanti all’edificio scolastico  “Cesare Guasti” di Prato, nell’ambito del  progetto di riqualificazione e pedonalizzazione della piazza Santa Maria delle Carceri.

Selezione dei monumenti più rilevanti (PDF 435 KB)