Monumenti ai Caduti della Grande Guerra nel Senese

Lontano dal fronte. Monumenti e ricordi della Grande Guerra nel Senese, a cura di Maria Mangiavacchi e Laura Vigni
Siena, Nuova Immagine, 2007 - PRESENTAZIONE (PDF 178 KB)

Programma MiBACT 500 giovani per la cultura: Il monumento civico nascosto. Siena, Grosseto e Arezzo in ricordo della Grande Guerra, Scheda di Lucia D'Ambra (PDF 802 KB)

 

Itinerari tematici monumenti pubblici /piazze /parchi della rimembranza

L’individuazione di alcune tipologie (urbanistica, materica e modelli estetico-simbolici) secondo cui raggruppare i monumenti dedicati ai caduti della Grande Guerra, è finalizzata all’organizzazione di itinerari facilmente accessibili al pubblico e dotati di grande visibilità urbana. Non sono quindi comprese le lapidi presenti nei diversi cimiteri e località se non nel caso di particolari soggetti di riferimento.

Parchi della Rimembranza e Monumenti

Soprattutto a partire dagli anni 20 del XX sec., spesso inaugurate da Vittorio Emanuele III o Benito Mussolini, o da importanti membri della famiglia reale accompagnati dai più alti gradi militari, da un punto di vista urbanistico particolare importanza assunsero i Parchi della Rimembranza occupando ampie porzioni di territorio ai confini dei centri minori o lungo i perimetri dei comuni più importanti della provincia. Con funzione allo stesso tempo di parco o giardino urbano, gli ampi spazi destinati a raduni, cerimonie e commemorazioni pubbliche da compiere all’aperto erano concepiti a completamento delle numerose targhe poste all’interno o sulle facciate di edifici privati o a destinazione o rilevanza pubblica e associazionistica, laiche e religiose, cristiane ed ebraiche. I Parchi della Rimembranza spesso erano istituiti insieme, o in modo da contenere al loro interno, i monumenti più impegnativi dal punto di vista economico e più rappresentativo per la collettività, rispecchiando l’organizzazione sociale dell’epoca. Le lapidi che ricordano i nomi dei caduti erano organizzate in ordine alfabetico oppure secondo l’ordine gerarchico, e spesso, ma non sempre, riportandone il grado militare. A Siena sono conservate quelle all’interno della Sinagoga, mentre in un caso, nel Cimitero della Misericordia, uno specifico spazio è stato destinato a una donna caduta durante il servizio volontario nella Croce Rossa. Nelle sedi delle contrade che suddividono la città, le lapidi erano accompagnate quasi sempre dalle fotografie dei caduti contradaioli, come quelle private poste nei cimiteri o all’interno delle abitazioni delle famiglie dei caduti in ritratti o bacheche. Quest’ultima tipologia è ormai scomparsa, di più difficile controllo e soggetta a totale dispersione, come pure lettere private e familiari e varia documentazione.

A Siena il Parco della Rimembranza andava a occupare tutto il perimetro sud ovest delle mura urbane svolgendosi attorno la Fortezza Medicea e innestandosi sul lato allora aperto alla campagna. Dalla città, il Parco proseguiva con vialetti e alberature verso il quartiere di tardo ottocento e primi novecento di San Prospero comprendendo, in modo originale, un Asilo monumento in memoria dei caduti nella Grande Guerra. L’Asilo fungeva da luogo sacralizzato attraverso “attrezzature liturgiche” come le sculture delle virtù Sacrificio e Gloria, tripodi e altari, preparando le future generazioni ad auspicate vittorie belliche.

Meno complessi e senza l’inserimento di un Asilo monumento, tranne il caso di San Quirico d’Orcia che riprendeva il modello senese, meglio conservati anche nell’originario rapporto agro-paesaggistico e per lo più relazionati a istituti educativi per la formazione delle giovani leve, si presentano ancora oggi i Parchi della Rimembranza di Abbadia san Salvatore (dove è presente una fontana con una scultura di fante), Asciano, Chiusure, Torre a Castello, Buonconvento, Casole d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Castiglione d’Orcia, Campiglia d’Orcia, Gallina, Vivo d’Orcia, Le Piazze, Chianciano Terme, Frosini, Palazzetto, Chiusi “il Prato”, Montallese, Gaiole in Chianti, Montepulciano, Argiano, Vaiano, Strove, Monteroni d’Arbia, Monticiano, Piancastagnaio, Pienza, Monticchiello, Staggia Senese, Radda in Chianti, Radicofani, Contignano, Radicondoli, Belforte, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, San Donato, Ulignano, San Giovanni d’Asso, Bettolle, Scrofiano, Sovicille, San Rocco a Pilli, Torrita di Siena, Castelmuzio, Petroio. Col tempo, i Parchi della rimembranza sono divenuti sempre meno distinguibili da più semplici giardini e parchi cittadini, perdendo gran parte della funzione iniziale.

Monumenti isolati a carattere urbano

In piazze non strettamente collegate a parchi e giardini, punti focali di strade o d’ingresso urbano come anche dalle stazioni ferroviarie o posti su prospettici viali corredati da lunghi filari di alberi maestosi, i monumenti ai Caduti diventavano spesso l’unico elemento caratterizzante soprattutto gli impianti minori. Quasi tutti i monumenti si trovano più agevolmente nelle originarie condizioni a Torrenieri, Sarteano, Serre di Rapolano, Sinalunga e Colle val d’Elsa. In quest’ultimo caso, però, il Monumento ai Caduti è stato di poco spostato poiché inserito in un progetto di riorganizzazione architettonica e urbana del centro storico con zone di espansione abitativa elaborato dallo Studio Jean Nouvel agli inizi degli anni 2000 - in parte realizzato - rivedendone il precedente ruolo di snodo viario e di arredo in Piazza Stazione anche attraverso la collocazione di diverse opere di artisti di fama internazionale.

Materia e modelli dei Monumenti

In provincia i Monumenti erano stati distribuiti per singole aree a gruppi di comuni contermini per l’emulazione tra loro dei piccoli centri. Il modello dell’Italia madrepatria, gloria o vittoria, veniva realizzato in pregiati materiali, marmo, travertino o bronzo una volta dorato, accompagnato da bandiere, aquile o strumenti bellici e vari simbolismi anche sociali ma non sempre cristiani. L’immagine assumeva il più delle volte angeliche e sensuali fattezze femminili avvolte in simil amplesso al caduto morente o già sacrificato, coperte alla bisogna (Contignano, Rapolano Terme) quanto quelle severe di madri addolorate a pietoso sostegno del corpo dei figli scomparsi (Chiusi il Prato). In molti casi le figure maschili sono state rappresentate in diversi bassorilievi e gruppi scultorei, per lo più attraverso i diffusi canoni della nudità eroica di derivazione classica (Castelnuovo Berardenga, Monteroni d’Arbia, Siena Misericordia, Cetona, Pienza, Staggia Senese, San Casciano dei Bagni, Sovicille, Rapolano Terme, Serre di Rapolano), oppure vestite secondo le contemporanee divise militari con cui i soldati venivano inviati al fronte (Abbadia San Salvatore, Le Piazze, Chianciano Terme, Valiano, Radicofani, Radicondoli, Sarteano, Monticiano, Torrita di Siena). Più raramente sono state rappresentate con elementi figurativi di differente vestiario che mescolava antico e moderno (Colle val d’Elsa, San Gimignano), unite a elementi floreali di consueto impiego funerario e complementare vegetazione di richiamo sempre eroico, quercia e alloro intrecciati in corone e serti. A questi elementi si accompagnavano apparati di illuminazione a fiamma durante le cerimonie che potevano avvenire anche la sera, o elettriche di più lunga durata, con musiche, canti, concerti bandistici e odori. Le diverse celebrazioni richiedevano inoltre un adeguato vestiario da parte degli apparati militari, religiosi e di lutto dei partecipanti civili che mantenevano tuttavia una dimensione più privata e personale anche tramite ex voto. Molto rare furono tuttavia le immagini dei caduti sul campo di battaglia del tutto elaborate all’interno di specifici ambiti religiosi che ne esaltavano il valore spirituale e ne tracciavano le sorti dell’anima dopo la scomparsa sul fronte di guerra. Si segnala in particolare quella pittorica conservata nel Vescovado di Murlo con san Fortunato che affida i caduti alla Madonna con Bambino, il rimando architettonico laico-religioso delle cappelle sacrario (Castiglione d’Orcia, Campiglia d’Orcia) o il bronzeo richiamo memoriale nell’aria al suono delle campane (San Quirico d’Orcia).